Gli Otto Immortali Taoisti

Nel XII secolo, durante la Dinastia Jin, si assiste alla formazione, in Cina, a partire da elementi disparati, della pleiade degli inseparabili Otto Immortali (Baxian), che sono stati raggruppati e associati per misteriose ragioni, e situati al centro del Pantheon Taoista, senza dubbio per rispondere e fare da contrappunto, in una certa misura, al famoso gruppo dei diciotto Luohan (o Arhat) del Buddhismo.

Alcuni di questi immortali sarebbero personaggi storici, mentre altri sono puramente leggendari e nati dall’immaginazione popolare; tra loro una donna e un personaggio androgino, piuttosto equivoco.

Si possono associare o contrapporre in veri e propri binomi: l’aristocratico – il proletario; il ricco – il povero; il giovane – il vecchio; l’uomo – la donna… in loro si vede la rappresentazione di una diversa condizione: l’alto funzionario, il soldato, il vecchio, il ricco…

Quest’ottetto dai poteri straordinari, in Cina ha sempre suscitato una passione continua, soprattutto tra gli strati popolari. Indubbiamente è stata la particolare conoscenza dei segreti della natura, che ha consentito loro di diventare immortali.

In particolare il loro gruppo simboleggia la felicità secondo i Principi Taoisti; e ci sono moltissime rappresentazioni che li raffigurano. Hanno fornito, per secoli, molteplici temi a tutti gli artisti e artigiani. Uno dei più frequenti li mostra nella “Traversata dei Mari”.

Un giorno decisero di recarsi ad ammirare le meraviglie del mare, ma la divinità Lu Yuan pretese che rinunciassero al loro abituale veicolo-cavalcatura: una comoda nuvoletta. Dovettero camminare sul mare, ognuno con l’aiuto di un oggetto magico, il suo attributo, come vedremo; per uno il bastone, per un altro la spada, per il terzo il ventaglio, ecc. Strada facendo entrarono in conflitto con un Re Drago, a cui inflissero una cocente sconfitta.

Le loro peregrinazioni marittime poterono quindi proseguire attraverso mille altre avventure. D’altronde, tra le vane facoltà, avevano quella di poter diventare visibili o invisibili a piacimento, resuscitare i morti, trasformare in oro tutto quel che toccavano per mezzo di una meravigliosa pietra magica.

Spesso vengono anche rappresentati mentre avanzano in gruppo lungo i sentieri tortuosi della montagna della Longevità, o nel Paradiso Taoista, un paesaggio boscoso, disseminato di stagni e di torrenti ingombri di rocce.

Raggiunto un alto grado di poteri magici, questi personaggi, generalmente solitari, dovevano incontrarsi una volta l’anno nelle montagne della catena Kunlun Shan, tra il Tibet e il Turkestan, luogo di residenza di Xi Wang Mu, la “Dama-Regina dell’Ovest”, importante divinità dell’Olimpo cinese. Questa Fata Taoista, detta “Madre d’oro”, presiedeva al loro incontro in mezzo a fiori di corallo e ad altri splendori, come pesche dell’immortalità, che maturano soltanto ogni 3.000 anni!

Nell’iconografia, Xi Wang Mu talvolta è rappresentata seduta su una grande gru celeste, altra tradizionale cavalcatura degli Immortali, nonché simbolo di vita eterna.

Gli Otto Immortali sono:

Zhongli Quan – L’uomo del Ventaglio

Lu Dong Bin – L’uomo della Spada

Zhang Guo Lao – L’Uomo dal Mulo Magico

Lan Cai He – Il Giovane Effeminato

He Xian Gu – La Cenerentola Cinese

Han Xiang Zi – Il Grande Artista

Li Tie Guai – Il mendicante Zoppo

Cao Guo Jiu – Il Fratello dell’Imperatrice

(Articolo tratto dal sito della Palestra di Carbonia.)