Il Tao the Ching

Secondo la leggenda, Lao Tze, cavalcando un bue, con poche provviste e qualche coperta, trovò nell’ultimo confine del regno, in cima ad un monte, un passo con a guardia un unico soldato che, fermandolo, gli chiese l’identità e la meta, scoprendo con stupore che questi non aveva alcuna meta.
Incuriosito da quel vecchio che, in tarda età, si avventurava in un viaggio tanto faticoso, il soldato gli chiese chi fosse.
Scoprì che il vecchio insegnava delle “strane cose”, come ad esempio che l’acqua, pur essendo la sostanza più morbida, erodesse le rocce più dure e come il morbido e il flessibile fossero in grado di sopraffare il duro e il rigido; il soldato rimase tanto affascinato da questi discorsi che chiese al vecchio di rimanere suo ospite per riposarsi e per continuare a parlargli di queste “strane cose”.
I discorsi di Lao Tze conquistarono così tanto il cuore del soldato che gli chiese prima di andar via di lasciargli qualcosa di scritto di tutte queste “strane cose” che insegnava.
Il vecchio, pur non avendo mai scritto niente nei lunghi anni trascorsi alla corte dell’imperatore, di fronte alla richiesta di quest’uomo semplice, che sapeva a malapena leggere, stranamente e senza neppure pensarci, acconsentì ed in poco tempo scrisse il Tao The Ching di cui fece dono al soldato. Dopo di che ripartì e scomparve, senza essere mai più rivisto.